22 febbraio 2008

troppe domande troppe domande troppe domande?

Siamo così
è difficile spiegare certe giornate amare

Credo che il problema sia nato quando ho scoperto la libertà di scelta.
E' stata una scoperta che ho fatto presto, troppo presto forse.
Si può scegliere? Allora io comincio.
Da che parte voglio stare?
Cosa voglio? Esattamente cosa mi piace?
E fu così che cominciarono le domande.
E fu così che cominciarono i problemi, le paure, i brutti pensieri, le indecisioni...
Sì, è scoprire che possiamo scegliere che ci fa male, e poi, ancora di più, è l'azione stessa dello scegliere che ci tormenta.
Perché poi: e se è giusto, o se è sbagliato?
Quando ero piccola (oddio che bambina petulante che ero) mi struggevo e mi chiedevo (aridaglie) perché fossi solo io a farmi tanti problemi, perché vedevo tanti interrogativi, perché volevo capire...e gli altri no...
Poi mi innamorai della gente (forse meglio dire della Folla?), quella giusta, quella che si fa le domande.
Una storia d'amore bellissima.
E lì giù a farsi milioni e milioni di scrupoli, e a cercare di sviscerare risposte, ipotesi su ipotesi, e a cercare di capire, fare chiarezza, svecchiare... perché solo così si può risalire la cima, solo così si può arrivare a capire come utilizzare la propria libertà.
Libertà che c'è, è lì inesorabile che ti dice: “guarda che se non mi usi mi sprechi”.
E che cazzo di rabbia quelli che fingono di usarla astenendosi dal farlo.
Adesso è diventato di moda anche scegliere di non scegliere.
Che cazzo di rabbia mi fa.
Invenzione geniale della chiesa (santo cielo...) che promuove il motto: “è una scelta anche quella di non andare a votare” bravi, così chi non vota decide anche per quelli che votano ma il cui voto non vale perché non c'è il quorum.
Ed io che sono nata e cresciuta cattolica...
Santo cielo!
La libertà è un problema.
Ma poi, se penso di rinunciarvi, se penso di arrendermi davanti alla difficoltà di scelta...mi viene il panico.
Ho bisogno di esercitarla, è troppo tempo che la uso, nel bene o nel male (chi può mai saperlo).
Non c'è soluzione
E' sempre così, quando mi prende la tristezza, non c'è soluzione.

Quando sto per arrendermi ho bisogno di ricordarmi che c'è sempre un altro modo, che tutta la nostra forza e potenza, la chiave della nostra felicità, sta tutta nell'esercizio di questa piccola facoltà.
Non riesco a trovare un passo di Maupassant che adoravo da piccola e alla domanda: “sai perché siamo spesso così infelici noi donne?”
Tentando l'impossibile, rispondeva: perché ci insegnano a sognare, a cercare il meglio, poi quando scopriamo che c'è solo da accontentarci...siamo infelici.

Forse è così, forse no, io ancora non mi sono accontentata, e se dovesse capitare, penso che cercherei di essere felice comunque...
Mi faccio ancora troppe domande, forse.
Ma esplodono in me in continuazione, e se non provo ad incanalare da qualche parte questi pensieri, rischio di esplodere con loro.
Per adesso li scrivo, poi chissà, forse basterà cancellarli per liberarsene.
E mi manca la Grecia.
Lì tutto era ordine e bellezza, calma e voluttà, come scrive Baudelaire.
E tutto era al momento giusto, e si parlava parlava parlava parlava
Quando dicevo ad Anastasia che avevo sentito degli americani lamentarsi della lentezza greca e della loro conseguente mancanza di produttività lei mi diceva che ci sono cose che di corsa non si posso fare.
Ci sono i rapporti umani, c'è un tempo dedicato allo scambio, al dialogo, alla ricerca comune di una risposta ad una domanda comune o meno...tempo impagabile che non produce oggetti o merce rivendibile, ma forgia esseri umani.
Mi diceva che la qualità di vita di popolazioni indigene del deserto e sulle Ande meso-americane è molto più alta di quella delle società sviluppate (il famoso primo mondo) perché la gente di questi posti considera ancora fondamentale per lo sviluppo di ciascun individuo del gruppo lo scambio ed il dialogo con gli altri, e soprattutto con i più anziani della comunità.
Mi manca la Grecia, troppo.

E poi, non so se si è capito...ma ho una voglia di farmi una chiacchierata intensa e viscerale, di quelle che durano notti intere....c'ho una voglia di parlare....

Santo cielo


beh, contemplate un po' di ordine e bellezza: arghiroupoli:


19 febbraio 2008

KRONOMAKIA


genialeeeeeeeee
L'ultimo lavoro di Daniele Sepe.
Kronomakia è la guerra del tempo.
si tratta di musiche medievali contaminate dal jazz contemporaneo.
l'effetto è soprendente.
Sepe è un genio!


http://www.myspace.com/danielesepe