17 luglio 2010

BERLIN IST EIN BISSCHEN WIE NEW YORK


tanto stasera gna faccio a studiare.
Ho bisogno di un pensiero felice, e mi torna in mente la città in cui ho vissuto l’estate scorsa, in cui torno questa estate...

Berlino è un po' come New York.
La prima cosa che ho pensato arrivata a Berlino.
Ed è la prima frase che ho imparato a tradurre, era la pubblicità stampata a caratteri giganteschi alle fermate della metro.
Di Berlino ricordo sensazioni legate alle persone che ho incontrato.
Ero lì, si può dire da sola, eppure non ricordo un solo momento di solitudine, come invece mi capita continuamente qui a Roma, ricordo solo sensazioni legate a persone.
La prima cosa che ricordo è il quasi quotidiano scambio di sguardi e sorrisi con la donna che suonava mozart alla fermata metro Postdammer Paltz.
Una donna dallo sguardo così felice, che poteva trasmettere solo buon umore.
E la incontravo ad ora di pranzo quando andavo in biblioteca, e alle 21 quando tornavo a casa.
Penso passasse tutta la giornata lì.
Però il sabato e la domenica stava alla fermata metro Alexander Platz, stesso sorriso, ma repertorio diverso.
A volte neanche guardava i passanti tanto era presa dalla melodia che suonava, ed era lì che la gente andava giù con le offerte.
Era una professionista però, o perlomeno lo sembrava.
Il secondo ricordo felice è la conversazione in tedesco elementare con il venditore di cappelli al mercatino vicino al Pergamon museum.
Avevo comprato un cappello da lui l’inverno precedente (sì, vado spesso a Berlino, ma non ho un fidanzato lì, come tutti con malizia poi chiedono!) e sono tornata da lui d’estate per vedere la collezione estiva, e così gli ho detto di aver già comprato da lui.
E lui all’inizio si è scusato per non avermi riconosciuta.
Ed io ho fatto capire che non era per nulla un problema, figurarsi...
E lui mi ha detto (in tedesco, attenzione!) che di gente ne passa tanta, ma mai nessuno ripassa, allora è importante ricordarsi di chi passa per la seconda volta!
Ed ha cominciato a farmi provare centinaia di cappelli bellissimi, poi mi ha chiesto di dove ero, e si è scusato di nuovo. “Ho solo cappelli invernali, qui fa meno caldo che in Italia, non li prendo proprio i cappelli estivi, tu ne cercavi uno leggero, vero?”
In effetti sì.
Allora mi ha dato un appuntamento...eh,gà...
Mi ha detto di tornare da lui in inverno, avrei trovato dei caldissimi capelli invernali, ed allora avrebbe avuto senso comprare da lui...
Adesso non avevo motivo.
Mi parlava come se fossimo intimi, come se quella fosse casa mia....e non come se io stessi per partire da lì a due giorni.
Ma lui non poteva saperlo, ed io non sapevo dirlo in tedesco, e poi era così bello sentirsi di casa.
Il terzo ricordo in verità è una delle prime cose che mi sono successe a Berlino.
Mi sono trovata ad una festa di italiani, musica italiana, pizza italiana...da Pizza a Pezzi...wè wè!
Pizzaiolo napoletano d.o.c, musicisti salentini d.o.c., immigrati nostalgici d.o.c.
Ho pensato subito di trovarmi sul titanic in terza classe.
Si balla, si ride, si canta, e ci si sente parte di un gruppo...anche se...anche se sei arrivata la mattina prima!eh, già!
Questa è Berlino.
E poi mi chiedono se torno sempre perché ho il fidanzato lì...
Infine ricordo le storie dei miei compagni di corso di tedesco: J. che studia tedesco perché ha scoperto di avere una figlia di 18 anni a Monaco, concepita in un periodo di sosta in Germania mentre era arruolato nell’esercito...per la guerra del Golfo; G., artista contemporaneo peruviano, che studia tedesco per amore; come anche S., architetta australiana che ha raggiunto il compagno; M., from Texas si è ricongiunta con la sorella che ha marito e figli lì; Sh., israeliana ha seguito anche lei il marito; J. con ardore dalla Russia costretta ad imparare il tedesco perché deve fare il tirocinio in Germania; tre o quattro arabi di cui non ricordo il nome...medici valenti che tentano la fortuna in Germania; H. studentessa coreana di arte, con una passione per l’arte rinascimentale e per Firenze; M-P. dal Canada, ma solo di nascita, perché è arrivata a Berlino dalla Nuova Zelanda..aveva voglia di conoscere un po' l’Europa; ed infine la tenerissima e superba B., turca, femmina e integrata, che era in visita da alcuni parenti. Un’amica fondamentale a Berlino, e forse anche fuori dalla Germania.
Poi c’era Stephen, professore di tedesco, con qualche problema con l’alcool, e musicista folk, affascinante e narcisista...di Monaco con un passato (non poi del tutto passato) da Hippy!
Ho altri due bellissimi ricordi di questa città.
Casa Mainzstrasse e camera Ales, il luogo più accogliente ed ospitale di tutta la città.
Il tetto che mi ha accolto, protetto e guidato, l’amicizia che mi ha segnato.
E poi il musicista-cuoco-cantautore, una di quelle conoscenze che ti scardinano l’ordine sequenziale della vita, perché come e dove viviamo, chi ci dice che le cose si devono fare solo nel modo che tutti seguono, si può fare diversamente! Wow, si può davvero?


Il rispetto delle differenze, delle scelte di vita, la bellezza, la gioia e la soddisfazione di fare quello che si è scelto anche se può sembrare sciocco, sfigato, antifemminista, rinunciatario.
Quante cose si possono capire dallo stile di vita di una città!
Se senti che quello che fai ha un senso, anche se lo ha solo per te, allora ti senti pieno, soddisfatto e sorridi anche se suoni alle fermate metro...
Molto raramente incrocio sorrisi a Roma, e qui ci vivo da 3 anni, a Berlino sono stata solo un mese.
Si trova di tutto a Berlino, ma non è questa la cosa speciale, il fatto straordinario è che quel tutto che si trova è perfettamente in armonia con lo sfondo, è integrato, non stona, sembra un quadro.
E’ come se essendo così grande, abbia dato la possibilità a tutti di trovare un posto a propria misura.
E’ proprio UN Po’ come New York, perché per il resto è decisamente tutta Berlino.











































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