17 agosto 2012

il 9.11.1989 di Adler



Per motivi, più o meno, di lavoro dal 2009 trascorro almeno parte delle mie estati a Berlino. Ogni anno cerco di conoscere qualche tedesco in più, spero sempre di trovarne uno della Berlino Est di media età e che possa rispondere alla mia fatidica domanda:
cosa ricordi del giorno della caduta del muro?
Ho raccolto molti racconti, ma quelli dei miei coetanei trentenni sono pressoché identici, nonché farciti di luoghi comuni. I ricordi di bambino si sono mischiati alle ricostruzioni fatte dai mediame quindi tutti i racconti parlano di momenti epici, di gioie immense, di senso di liberazione...
Così ho continuato nelle mie ricerche cambiando target: uomini sui 40 anni.

Adler ha 40 anni, è nato il 1.07.1972, quindi il 9 novembre 1989 aveva 17 anni, ed andava a scuola.
Adler, che vorrebbe dire aquila, non era proprio degno, almeno fino a quell’età, delle connotazioni che il proverbio attribuisce alle aquile, ma questo dipende da due cose:
1- era nato dal lato est del muro, in pieno governo DDR;
2- soprattutto, era nato nel Brandenburgo.
La geografia di Berlino e dintorni è interessante, perché Berlino costituisce un Land a sé, ma è circondata dalla regione molto più grande del Brandenburgo.

(santa wikipedia!)
Nascere e crescere nel Brandenburgo, ad un passo dalla capitale più figa della nazione, per i tedeschi ha sempre significato essere nati in una condizione decisamente sfigata.
Essere del Brandenburgo può essere paragonato in Italia a nascere ad Orio Al Serio, un posto notissimo perché tutti ci passano per prendere l’aereo, vicino a tanti luoghi molto più noti, ma in cui non c’è un cazzo da fare, e chi ci passa si chiede se ci sia davvero vita lì.

Ad ogni modo, l’inettitudine alla vita ‘figa’ dei brandeburghesi è proverbiale, così tanto che un noto comico tedesco ha scritto una canzone satirica proprio sul Land del Brandenburgo in cui non fa altro che parlare della bellezza di Berlino, perché tanto del Brandenburgo non sa che dire...

(già, i tedeschi si divertono con pochissimo...)

Adler, oltre ad avere avuto la sfiga di nascere ad... Orio Al Serio de no antri, era pure nato in pieno regime DDR, ed era figlio di madre comunista, fedele alla linea!
I bambini nati sotto la DDR venivano educati, con severità, all’obbedienza ed allo studio delle fondamenta ideologiche del regime.

La sera che Adler, ubriaco, mi raccontò la sua storia si mise a cantare: “avanti popolo, alla riscossa, bandiera rossa, bandiera rossa”. E mi disse: è una vita che mi chiedo che cazzo vuol dire questa canzone...ma cosa è 'bandiera'?

Li istruivano bene i bambini sotto la DDR, ma non si preoccupavano troppo di fargli acquisire consapevolezza di quegli insegnamenti. Adorabili bambini ubbidienti!

Il 9 novembre 1989 Adler aveva studiato tanto e subito dopo cena (ore 18) decide di andare a dormire, così l’indomani sarebbe stato più attento a scuola.

Alle 18,53 il corrispondente ANSA da Berlino Est, Riccardo Ehrman, chiese da quando le nuove misure sarebbero entrate in vigore. Schabowski cercò inutilmente una risposta nella velina del Politburo, ma non avendo un'idea precisa, azzardò:
«Per accontentare i nostri alleati, è stata presa la decisione di aprire i posti di blocco. (...) Se sono stato informato correttamente quest'ordine diventa efficace immediatamente.»”
(sia sempre benedetta wikipedia)

La mamma di Adler, che stava vedendo la tv, non intende minimamente credere a quanto si dica. Come può il validissimo governo delle DDR permettere una cosa simile!
Pertanto la mamma di Wolf non si preoccupa di avvisare, l’indomani, il figlio del cambiamento epocale per la storia dell’umanità.
Adler, con diligenza, prende i libri e scende per strada e nota qualcosa di strano intorno.
‘va bene che vivo nel Brandenburgo, il Land della noia, ma è davvero sempre stata così desolata la zona in cui vivo?’
I bar erano chiusi, i supermercati anche, per strada tutto sottosopra, c’erano addirittura case aperte, come se fossero state abbandonate ed un freddo vento invernale che sollevava le foglie secche da terra, unica cosa che si muoveva per strada insieme a Adler.

Arriva a scuola, che trova stranamente deserta, entra in classe, si siede, apre i libri, ed aspetta.
Aspetta... aspetta... aspetta.
Senza nemmeno preoccuparsi troppo, o decidere di desistere (non è permesso fare assenze ingiustificate).
Aspetta... aspetta.
Alla terza ora di attesa arriva un’insegnante che passava da scuola per caso... trova Adler immerso tra i suoi pensieri che nel vedere effigie umana trasale, e chiede:
- ma perché non facciamo lezione oggi??
E l’insegnante irritatissima lo sgrida:
- ma non hai letto il giornale? non hai visto la Tv? Il regime delle DDR è caduto! Siamo liberi Adler, liberi di andare dove vogliamo, di andare ad Ovest... vai via, vai a festeggiare con i tuoi amici.

A questo punto io mi immagino Adler che pensa:
Ma che davero?...
Solo che Adler non poteva sapere il romanesco... quindi in verità Adler disse:
se ho capito bene, allora oggi non c’è scuola?...
- VAI IMMEDIATAMENTE A FESTEGGIARE AAAADLER!

Il seguito sono solo chiacchiere e analisi della gestione mediatica della caduta del muro di Berlino.
La storia di Adler ne è l’esempio.
Lui viveva sereno, la sua famiglia, come tante altre famiglie, aveva un reddito minimo garantito, la sanità e l’istruzione totalmente pubbliche.
Non avevano libertà di spostamento indiscriminata e molti prodotti, come il caffè italiano e la coca cola, erano vietati.
Adler mi ha raccontato che alla sua prima sortita ad Ovest ha ordinato un caffè italiano, che gli ha fatto seriamente schifo poi ha comprato un orologio Casio, che desiderava da tanto.
Ma dopo aver ottenuto queste cose proibite prima, non si è sentito certo meno sfigato del passato.
Comunque, porello, viveva sempre nel Land sfigato.
Il punto è un altro, la caduta del muro di Berlino è stata raccontata spesso dal punto di vista dell’Ovest che ha liberato l’Est dalla dittatura, senza parlare però dello shock culturale subito dai “liberati”.
Persone nate e cresciute sotto regime, alcune addirittura per scelta, da un giorno all’altro si sentono dire che era tutto sbagliato e che solo adesso sarebbero stati felici.
Che poi ad Ovest era tutto così ordine e bellezza? Libertà e felicità?

Adesso Adler fa l’organizzatore di eventi, ha una moglie italiana, ed una passione smodata per il tiramisù italiano. Quando gli si chiede di raccontare la sua storia della caduta del muro di Berlino lui si vergogna, perché al contrario di tanti altri racconti epici, di storie di forti sentimenti politici e di lotta... lui semplicemente non lo ha saputo, e quando lo ha saputo non lo ha nemmeno poi tanto capito.

Ma che davero?




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