Per motivi, più o meno, di lavoro dal
2009 trascorro almeno parte delle mie estati a Berlino. Ogni anno
cerco di conoscere qualche tedesco in più, spero sempre di trovarne
uno della Berlino Est di media età e che possa rispondere alla mia
fatidica domanda:
cosa ricordi del giorno della caduta
del muro?
Ho raccolto molti racconti, ma quelli
dei miei coetanei trentenni sono pressoché identici, nonché farciti
di luoghi comuni. I ricordi di bambino si sono mischiati alle
ricostruzioni fatte dai mediame quindi tutti i racconti parlano di
momenti epici, di gioie immense, di senso di liberazione...
Adler ha 40 anni, è nato il 1.07.1972,
quindi il 9 novembre 1989 aveva 17 anni, ed andava a scuola.
Adler, che vorrebbe dire aquila, non era
proprio degno, almeno fino a quell’età, delle connotazioni che il
proverbio attribuisce alle aquile, ma questo dipende da due cose:
1- era nato dal lato est del muro, in
pieno governo DDR;
2- soprattutto, era nato nel
Brandenburgo.
La geografia di Berlino e dintorni è
interessante, perché Berlino
costituisce un Land a sé, ma è circondata dalla regione molto più
grande del Brandenburgo.
(santa wikipedia!)
Nascere e crescere nel Brandenburgo, ad
un passo dalla capitale più figa della nazione, per i tedeschi ha
sempre significato essere nati in una condizione decisamente sfigata.
Essere del Brandenburgo può essere
paragonato in Italia a nascere ad Orio Al Serio, un posto notissimo
perché tutti ci passano per prendere l’aereo, vicino a tanti
luoghi molto più noti, ma in cui non c’è un cazzo da fare, e chi
ci passa si chiede se ci sia davvero vita lì.
Ad ogni modo, l’inettitudine alla
vita ‘figa’ dei brandeburghesi è proverbiale, così tanto che un
noto comico tedesco ha scritto una canzone satirica proprio sul Land
del Brandenburgo in cui non fa altro che parlare della bellezza di
Berlino, perché tanto del Brandenburgo non sa che dire...
(già, i tedeschi si divertono con
pochissimo...)
Adler, oltre ad avere avuto la sfiga di
nascere ad... Orio Al Serio de no antri, era pure nato in pieno
regime DDR, ed era figlio di madre comunista, fedele alla linea!
I bambini nati sotto la DDR venivano
educati, con severità, all’obbedienza ed allo studio delle
fondamenta ideologiche del regime.
La sera che Adler, ubriaco, mi raccontò
la sua storia si mise a cantare: “avanti popolo, alla riscossa,
bandiera rossa, bandiera rossa”. E mi disse: è una vita che mi
chiedo che cazzo vuol dire questa canzone...ma cosa è 'bandiera'?
Li istruivano bene i bambini sotto la
DDR, ma non si preoccupavano troppo di fargli acquisire
consapevolezza di quegli insegnamenti. Adorabili bambini ubbidienti!
Il 9 novembre 1989 Adler aveva studiato
tanto e subito dopo cena (ore 18) decide di andare a dormire,
così l’indomani sarebbe stato più attento a scuola.
“Alle 18,53 il corrispondente ANSA
da Berlino Est, Riccardo Ehrman, chiese da quando le nuove misure
sarebbero entrate in vigore. Schabowski cercò inutilmente una
risposta nella velina del Politburo, ma non avendo un'idea precisa,
azzardò:
«Per
accontentare i nostri alleati, è stata presa la decisione di aprire
i posti di blocco. (...) Se sono stato informato correttamente
quest'ordine diventa efficace immediatamente.»”
(sia sempre benedetta wikipedia)
La mamma di Adler, che stava vedendo la
tv, non intende minimamente credere a quanto si dica. Come può il
validissimo governo delle DDR permettere una cosa simile!
Pertanto la mamma di Wolf non si
preoccupa di avvisare, l’indomani, il figlio del cambiamento epocale
per la storia dell’umanità.
Adler, con diligenza, prende i libri e
scende per strada e nota qualcosa di strano intorno.
‘va bene che vivo nel Brandenburgo,
il Land della noia, ma è davvero sempre stata così desolata la zona
in cui vivo?’
I bar erano chiusi, i supermercati
anche, per strada tutto sottosopra, c’erano addirittura case
aperte, come se fossero state abbandonate ed un freddo vento
invernale che sollevava le foglie secche da terra, unica cosa che
si muoveva per strada insieme a Adler.
Arriva a scuola, che trova stranamente
deserta, entra in classe, si siede, apre i libri, ed aspetta.
Aspetta... aspetta... aspetta.
Senza nemmeno preoccuparsi troppo, o
decidere di desistere (non è permesso fare assenze ingiustificate).
Aspetta... aspetta.
Alla terza ora di attesa arriva
un’insegnante che passava da scuola per caso... trova Adler immerso
tra i suoi pensieri che nel vedere effigie umana trasale, e chiede:
- ma perché non facciamo lezione
oggi??
E l’insegnante irritatissima lo
sgrida:
- ma non hai letto il giornale? non hai
visto la Tv? Il regime delle DDR è caduto! Siamo liberi Adler, liberi
di andare dove vogliamo, di andare ad Ovest... vai via, vai a
festeggiare con i tuoi amici.
A questo punto io mi immagino Adler che
pensa:
… Ma che davero?...
Solo che Adler non poteva sapere il
romanesco... quindi in verità Adler disse:
… se ho capito bene, allora oggi
non c’è scuola?...
- VAI IMMEDIATAMENTE A FESTEGGIARE AAAADLER!
Il seguito sono solo chiacchiere e
analisi della gestione mediatica della caduta del muro di Berlino.
La storia di Adler ne è l’esempio.
Lui viveva sereno, la sua famiglia,
come tante altre famiglie, aveva un reddito minimo garantito, la
sanità e l’istruzione totalmente pubbliche.
Non avevano libertà di spostamento
indiscriminata e molti prodotti, come il caffè italiano e la coca
cola, erano vietati.
Adler mi ha raccontato che alla sua
prima sortita ad Ovest ha ordinato un caffè italiano, che gli ha
fatto seriamente schifo poi ha comprato un orologio Casio, che
desiderava da tanto.
Ma dopo aver ottenuto queste cose
proibite prima, non si è sentito certo meno sfigato del passato.
Comunque, porello, viveva sempre nel
Land sfigato.
Il punto è un altro, la caduta del
muro di Berlino è stata raccontata spesso dal punto di vista
dell’Ovest che ha liberato l’Est dalla dittatura, senza parlare
però dello shock culturale subito dai “liberati”.
Persone nate e cresciute sotto regime,
alcune addirittura per scelta, da un giorno all’altro si sentono
dire che era tutto sbagliato e che solo adesso sarebbero stati
felici.
Che poi ad Ovest era tutto così ordine
e bellezza? Libertà e felicità?
Adesso Adler fa l’organizzatore di
eventi, ha una moglie italiana, ed una passione smodata per il tiramisù italiano. Quando gli si chiede di raccontare la sua storia
della caduta del muro di Berlino lui si vergogna, perché al
contrario di tanti altri racconti epici, di storie di forti
sentimenti politici e di lotta... lui semplicemente non lo ha saputo,
e quando lo ha saputo non lo ha nemmeno poi tanto capito.
Ma che davero?
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